In questo libro coraggioso un giovane studioso europeo compie una ricognizione equilibrata e rigorosa, né crudele né complice, sullo stato e sulle radici storiche di uno dei nervi scoperti nella convivenza fra i popoli della vecchia Europa. È giunto il momento di darsi ragione di un tormentato percorso storico; e di scrivere una Storia di Bolzano, dall’Ottocento fino alla più stringente attualità, capace di farsi apprezzare da “italiani” e “tedeschi”, “tirolesi” e “altoatesini”, “crucchi” e “walschen”. L’ha scritta, in italiano, un tedesco. Dati, cifre, fatti circostanziati e concreti sull’industria, il commercio, i piani di sviluppo, la vita amministrativa, su questo l’autore appare ferreo e sul suo. Ma egli non trascura il piano della storia della cultura, degli abiti mentali, dell’identità, nel rapporto conflittuale fra la nuova città e le valli, fiere della propria antica civiltà montanara.
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